<h3>Alla base, c’è un contenuto di valore</h3>Sebbene il fenomeno sia partito grazie a micro e nano creator su TikTok, oggi la richiesta di contenuti più approfonditi e verticali si è allargata anche al più patinato Instagram e a content creator con follower base molto più ampie. Un esempio di valore è l’attivazione di <a rel="noopener noreferrer" href="https://www.instagram.com/giuliavalentina/" target="_blank">Giulia Valentina</a> fatta per Visit Singapore.Nonostante il milione di follower, la creator ha una linea narrativa riconoscibile e riconosciuta dalla sua community, con la quale tra l’altro ha instaurato una relazione di estrema vicinanza. I suoi contenuti (e le collaborazioni che porta avanti) parlano di viaggi e lifestyle con un tocco molto classy e un approccio quasi cinematografico.

Ma concentriamoci sulla figura dell’influencer. Il primo cambiamento sostanziale a cui assistiamo nasce con il fenomeno del Deinfluencing su TikTok, la piattaforma social amata da Gen Z e young millennials che oggi detta le regole del gioco in quanto a trend e narrativa. È proprio qui che si è assistito all’avvento dei creator, e con loro alla nascita di nuovi modi di fare contenuto: brand e prodotti vengono raccontati sotto una nuova luce e con un approccio più fresco, autentico e originale. La maggiore trasparenza dei creator impatta positivamente sulla credibilità dei contenuti disponibili su TikTok, influenzando anche le aspettative degli utenti, che oggi preferiscono di gran lunga questa nuova modalità di promozione rispetto alla narrativa classica e troppo commerciale promossa dagli influencer.

Dicembre 2023: il Pandoro Gate scuote il mercato degli influencer sollevando (finalmente) domande cruciali sulla credibilità dei nuovi personaggi pubblici che dominano la scena social e, di conseguenza, di chi si affida a loro per le proprie strategie di comunicazione. A sei mesi di distanza, qualcosa è cambiato radicalmente nel panorama influencer. Di cosa si tratta? E come dovrebbero reagire i brand a questo scossone? Ve ne parliamo in questo articolo ma vi anticipiamo che, per chi sarà bravo abbastanza da coglierle, si apriranno opportunità davvero interessanti.

<h2>La chiave del successo dei content creator? Colpire al cuore delle persone</h2>Volete sapere cosa fa di diverso un creator o micro influencer?? Diversamente dai big influencer, più generalisti, essi sono molto “verticali” e competenti su tematiche specifiche e questo gli permette di costruire contenuti approfonditi e ingaggianti che intercettano nicchie e community con interessi precisi. Una survey condotta da IAB (International Advertising Bureau) per il report The Creator Economy Opportunity lo conferma: gli utenti social preferiscono i contenuti prodotti dai creator poiché gli permettono di approfondire topic specifici, imparare qualcosa di nuovo e trovare nuove ispirazioni, tutte risposte che mettono in luce la qualità e il grande valore editoriale dei contenuti prodotti.

Fonti:We Are Era, Case Study di Motivi e FastwebIAB x Talkshoppe, Report “The Creator Economy Opportunity”Global Web Index Aprile 2024

<h2>Deinfluencing e nuove esigenze del pubblico di oggi</h2>La prima lezione che ogni brand deve imparare dagli ultimi avvenimenti, è che affidare la propria immagine a un influencer significa mettere nelle sue mani anche la propria credibilità e reputazione. Specialmente in un momento storico in cui la qualità di prodotti e servizi si misura anche a partire dai valori sposati dal brand e da chi lo promuove: il grafico sotto (fonte: Global Web Index) mostra come la Gen Z, attualmente la generazione più sensibile alle attivazioni influencer, preferisca seguire personalità di cui condivide i valori. E lo stesso vale anche per i brand, da una ricerca affine emerge che gli utenti oggi scelgono i loro marchi preferiti in base a sostenibilità (45%), trasparenza (43%), e all’aver sposato cause affini (36%).

Per l’ente turistico, Giulia Valentina ha sviluppato un vero e proprio progetto editoriale in 10 post: tra reel, caroselli e stories ha raccontato ogni aspetto della città, dall’architettura al food, senza tralasciare lifestyle, cultura e fun facts. Insomma, la creator ha trasformato un’attivazione a fini promozionali in una vera e propria (e approfondita) travel guide. La morale della favola? Se si desidera stringere con le proprie audience una relazione a lungo termine, la ricerca di affinità (di passioni, valori e stile di vita) e la creazione di contenuti editoriali è diventata la chiave per il successo dei creator. E quindi anche dei brand!

<h2>I takeout per i brand</h2>Giungendo alla fine di questo articolo una domanda sorge spontanea: come potranno i brand garantire una forte coerenza narrativa e valoriale per i loro utenti, producendo contenuti efficaci e coinvolgenti? Qualche consiglio ve lo lasciamo noi. <h3>Bye Bye Vanity Metrics!</h3>Per i brand che vogliono inserire i creator nella propria marketing strategy, sarà fondamentale definire la community da intercettare: attenzione a scegliere persone che condividano interessi e valori del brand! Di conseguenza, la scelta del creator dovrà basarsi su una connessione autentica con l’audience ideale, guardando oltre i semplici KPI quantitativi come il numero di follower o la reach potenziale. Sarà essenziale studiare il suo piano editoriale e i temi centrali della sua content production. <h3>Utilizzate la content creation in maniera originale</h3>I creator sono una risorsa davvero versatile e non dovrebbero essere utilizzati solo per accedere alla loro community tramite post sui loro profili, ma dovrebbero essere attivati anche in maniera più originale e creativa. Come? Vediamo tre modalità. <ol><li>Content Creation per i Brand: utilizzate i creator per produrre contenuti di qualità da pubblicare sui canali del brand. Ad esempio, l'account Instagram di Airbnb è popolato da foto scattate dai suoi clienti. Questo approccio differisce dalle foto spesso modificate dei travel blogger, offrendo invece un'esperienza visiva più reale e coinvolgente.</li><li>Co-creazione: collaborate con i content creator per la produzione di progetti ad hoc, come capsule collection, prodotti in co-creazione e progetti di licensing. Un esempio è la collaborazione tra Motivi ed Elisa Maino per la creazione della Lilo Bag, una borsa in edizione limitata che riflette i valori e lo stile della creator, garantendo un alto livello di autenticità apprezzato dalla community.</li><li>Performance Content: sfruttate i creator per produrre contenuti finalizzati alla performance, posizionandosi su funnel più bassi. Due case study di successo realizzate su TikTok in questa modalità sono la campagna di Fastweb con Cartoni Morti, che ha registrato risultati impressionanti, tra cui un aumento del tasso di conversione del 3% e una riduzione del CPL del 75% rispetto ad altri canali, e la campagna di Giovanni Raspini realizzata per lo scorso natale che ha visto numeri eccellenti come un aumento del CTR del 43% a fronte di una riduzione del CPC del 42%.</li></ol>

Creatività, originalità e relazioni autentiche sembrano essere le parole chiave di questa nuova era della Content Creation, un “canale” che oggi più che mai risulta strategico per i brand.

Dicembre 2023: il Pandoro Gate scuote il mercato degli influencer sollevando (finalmente) domande cruciali sulla credibilità dei nuovi personaggi pubblici che dominano la scena social e, di conseguenza, di chi si affida a loro per le proprie strategie di comunicazione. A sei mesi di distanza, qualcosa è cambiato radicalmente nel panorama influencer. Di cosa si tratta? E come dovrebbero reagire i brand a questo scossone? Ve ne parliamo in questo articolo ma vi anticipiamo che, per chi sarà bravo abbastanza da coglierle, si apriranno opportunità davvero interessanti.Deinfluencing e nuove esigenze del pubblico di oggiLa prima lezione che ogni brand deve imparare dagli ultimi avvenimenti, è che affidare la propria immagine a un influencer significa mettere nelle sue mani anche la propria credibilità e reputazione. Specialmente in un momento storico in cui la qualità di prodotti e servizi si misura anche a partire dai valori sposati dal brand e da chi lo promuove: il grafico sotto (fonte: Global Web Index) mostra come la Gen Z, attualmente la generazione più sensibile alle attivazioni influencer, preferisca seguire personalità di cui condivide i valori. E lo stesso vale anche per i brand, da una ricerca affine emerge che gli utenti oggi scelgono i loro marchi preferiti in base a sostenibilità (45%), trasparenza (43%), e all’aver sposato cause affini (36%). Ma concentriamoci sulla figura dell’influencer. Il primo cambiamento sostanziale a cui assistiamo nasce con il fenomeno del Deinfluencing su TikTok, la piattaforma social amata da Gen Z e young millennials che oggi detta le regole del gioco in quanto a trend e narrativa. È proprio qui che si è assistito all’avvento dei creator, e con loro alla nascita di nuovi modi di fare contenuto: brand e prodotti vengono raccontati sotto una nuova luce e con un approccio più fresco, autentico e originale. La maggiore trasparenza dei creator impatta positivamente sulla credibilità dei contenuti disponibili su TikTok, influenzando anche le aspettative degli utenti, che oggi preferiscono di gran lunga questa nuova modalità di promozione rispetto alla narrativa classica e troppo commerciale promossa dagli influencer. La chiave del successo dei content creator? Colpire al cuore delle personeVolete sapere cosa fa di diverso un creator o micro influencer?? Diversamente dai big  influencer, più generalisti, essi sono molto “verticali” e competenti su tematiche specifiche e questo gli permette di costruire contenuti approfonditi e ingaggianti che intercettano nicchie e community con interessi precisi.Una survey condotta da IAB (International Advertising Bureau) per il report The Creator Economy Opportunity lo conferma: gli utenti social preferiscono i contenuti prodotti dai creator poiché gli permettono di approfondire topic specifici, imparare qualcosa di nuovo e trovare nuove ispirazioni, tutte risposte che mettono in luce la qualità e il grande valore editoriale dei contenuti prodotti. Alla base, c’è un contenuto di valoreSebbene il fenomeno sia partito grazie a micro e nano creator su TikTok, oggi la richiesta di contenuti più approfonditi e verticali si è allargata anche al più patinato Instagram e a content creator con follower base molto più ampie.Un esempio di valore è l’attivazione di Giulia Valentina fatta per Visit Singapore.Nonostante il milione di follower, la creator ha una linea narrativa riconoscibile e riconosciuta dalla sua community, con la quale tra l’altro ha instaurato una relazione di estrema vicinanza. I suoi contenuti (e le collaborazioni che porta avanti) parlano di viaggi e lifestyle con un tocco molto classy e un approccio quasi cinematografico. Per l’ente turistico, Giulia Valentina ha sviluppato un vero e proprio progetto editoriale in 10 post: tra reel, caroselli e stories ha raccontato ogni aspetto della città, dall’architettura al food, senza tralasciare lifestyle, cultura e fun facts. Insomma, la creator ha trasformato un’attivazione a fini promozionali in una vera e propria (e approfondita) travel guide. La morale della favola? Se si desidera stringere con le proprie audience una relazione a lungo termine, la ricerca di affinità (di passioni, valori e stile di vita) e la creazione di contenuti editoriali è diventata la chiave per il successo dei creator. E quindi anche dei brand!I takeout per i brandGiungendo alla fine di questo articolo una domanda sorge spontanea: come potranno i brand garantire una forte coerenza narrativa e valoriale per i loro utenti, producendo contenuti efficaci e coinvolgenti? Qualche consiglio ve lo lasciamo noi.Bye Bye Vanity Metrics!Per i brand che vogliono inserire i creator nella propria marketing strategy, sarà fondamentale definire la community da intercettare: attenzione a scegliere persone che condividano interessi e valori del brand! Di conseguenza, la scelta del creator dovrà basarsi su una connessione autentica con l’audience ideale, guardando oltre i semplici KPI quantitativi come il numero di follower o la reach potenziale. Sarà essenziale studiare il suo piano editoriale e i temi centrali della sua content production.Utilizzate la content creation in maniera originaleI creator sono una risorsa davvero versatile e non dovrebbero essere utilizzati solo per accedere alla loro community tramite post sui loro profili, ma dovrebbero essere attivati anche in maniera più originale e creativa. Come? Vediamo tre modalità.Content Creation per i Brand: utilizzate i creator per produrre contenuti di qualità da pubblicare sui canali del brand. Ad esempio, l'account Instagram di Airbnb è popolato da foto scattate dai suoi clienti. Questo approccio differisce dalle foto spesso modificate dei travel blogger, offrendo invece un'esperienza visiva più reale e coinvolgente.Co-creazione: collaborate con i content creator per la produzione di progetti ad hoc, come capsule collection, prodotti in co-creazione e progetti di licensing. Un esempio è la collaborazione tra Motivi ed Elisa Maino per la creazione della Lilo Bag, una borsa in edizione limitata che riflette i valori e lo stile della creator, garantendo un alto livello di autenticità apprezzato dalla community.Performance Content: sfruttate i creator per produrre contenuti finalizzati alla performance, posizionandosi su funnel più bassi. Due case study di successo realizzate su TikTok in questa modalità sono la campagna di Fastweb con Cartoni Morti, che ha registrato risultati impressionanti, tra cui un aumento del tasso di conversione del 3% e una riduzione del CPL del 75% rispetto ad altri canali, e la campagna di Giovanni Raspini realizzata per lo scorso natale che ha visto numeri eccellenti come un aumento del CTR del 43% a fronte di una riduzione del CPC del 42%.Creatività, originalità e relazioni autentiche sembrano essere le parole chiave di questa nuova era della Content Creation, un “canale” che oggi più che mai risulta strategico per i brand. Fonti:We Are Era, Case Study di Motivi e FastwebIAB x Talkshoppe, Report “The Creator Economy Opportunity”Global Web Index Aprile 2024

Com’è cambiato il ruolo degli influencer dopo il Caso Balocco