<h2>4. Trovare il creator o l’influencer adatto a veicolare il messaggio del brand</h2>Awareness, reputation e customer satisfaction sono 3 KPI utili a valutare quanto un brand sia capace di prendersi “cura di sé” e dei clienti. Ma, il social listening non è soltanto un’attività di misurazione delle performance, è anche un ottimo mezzo per selezionare personalità affini al brand, che possano farsi portavoce del messaggio aziendale.&nbsp; Secondo una ricerca effettuata da Statista (Influencer Marketing in Italy 2022), il 58% degli intervistati - un campione rappresentativo di responsabili marketing che operano in Italia - ha affermato di aver collaborato con influencer e creator allo scopo di raggiungere nuovi segmenti di consumatori, ben prima di migliorare il tasso di engagement (56%). In particolare, il social listening può aiutare a: <ul><li>individuare community, riunite attorno a un hashtag o un tema caratterizzante;&nbsp;</li><li>fornire una lista di personalità sulla base della magnitudo dei follower (es. nano, micro, mid-level, macro, mega e celebrities);&nbsp;</li><li>misurare la risonanza e il coinvolgimento dei post degli influencer e creator di interesse.</li></ul> Quindi, influencer e creator come portatori dei valori del brand. Propagation come KPI aggiuntivo da tenere sotto osservazione nell’ambito della strategia di marketing e comunicazione.

<h2>Conosci il tuo pubblico e scopri cosa dice di te con il social listening</h2>Abbiamo detto a inizio articolo quanto sia importante coltivare la relazione tra brand e utente (nonché cliente o potenzialmente tale). Il social listening ci permette di capire l’interlocutore che abbiamo di fronte, quali sono i suoi interessi, cosa apprezza e cosa no. Sono tutti elementi utili per il brand a veicolare nel modo più diretto il proprio messaggio e, di conseguenza, promuovere se stesso e i propri prodotti.

<h2>2. Monitorare il livello di reputazione</h2>Il social listening permette di misurare l’impatto reputazionale sul brand delle attività di comunicazione portate avanti sui social, ravvisando gradimenti e critiche. Una <a rel="noopener noreferrer" href="https://netbasequid.com/blog/sentiment-analysis-accuracy/" target="_blank" style="color: rgb(17, 85, 204); background-color: transparent;">ricerca</a> di NetBase Quid, basata sull’analisi delle conversazioni online relative all’importanza del fattore sentiment per le decisioni degli utenti, mostra come sia aumentata la considerazione positiva, passando dal 56% registrato nel 2021 al 72% del 2022. Si tratta di un risultato significativo, che conferma quanto sia incisiva la reputazione sul web. Per questo motivo, è sempre più decisivo per i brand comprendere la propria reputazione online, monitorando le opinioni degli utenti, in modo da comprendere cosa sta andando bene (traendo forza dalle evidenze positive) e cosa sta andando male (implementando azioni correttive). Di fatto, i KPI di reputazione rappresentano il termometro della relazione tra il brand e l’utente e/o cliente. Tornando all’esempio di sopra sul tema Diversity &amp; Inclusion, proviamo a fare un esercizio e pensiamo quali spunti editoriali possa fornirci l’analisi reputazionale: <ul><li>individuare e raccogliere eventuali critiche sul tema, che menzionano il brand. In questo modo, ad esempio, il brand potrebbe rispondere direttamente ad esse in sezione del sito / landing page in stile FAQ;</li><li>mappare i punti di forza e valorizzarli all’interno del racconto, ad esempio, invitando gli utenti a esporsi direttamente in qualità di ambassador del brand, generando così UGC.</li></ul>

In che modo un brand può definire una strategia efficace di comunicazione digitale? Una delle attività funzionali è quella del social listening, ossia l’analisi dei contenuti spontanei pubblicati sulle diverse piattaforme. Infatti, grazie all’ascolto delle discussioni e delle opinioni in Rete, possiamo carpire il parere e i comportamenti degli utenti online, con l’obiettivo di instaurare un legame autentico tra user e brand. Vediamo insieme quali sono i principali punti dell’attività da tenere in considerazione.

<h2>1. Conoscere (ed essere riconoscibili) per comunicare</h2>Un vantaggio derivante dal social listening riguarda la misurazione dell’awareness del brand. Si tratta di un KPI importante da monitorare per capire l’efficacia e la risonanza del messaggio adottato dalle aziende sui social media. <blockquote>Ma la sola awareness non basta: serve soprattutto conoscere quali sono gli interessi del pubblico al quale mi sto rivolgendo o al quale voglio rivolgermi.</blockquote>Un esempio pratico: il 71% dei consumatori ritiene importante che i brand prendano posizione su questioni sociali (<a rel="noopener noreferrer" href="https://sproutsocial.com/insights/index/#get-us-report" target="_blank" style="background-color: transparent; color: rgb(17, 85, 204);">Social Media Trends for 2022 &amp; Beyond</a>). Questo è un dato rilevante ai fini della comunicazione di valori che un’azienda intende rappresentare e portare avanti, per contribuire ad accrescere la riconoscibilità e l’autorevolezza del proprio marchio. Un modo per farlo potrebbe essere quello di intercettare le opinioni degli utenti, in una determinata country, sui temi di Diversity &amp; Inclusion e fare leva sugli aspetti che gli stanno più a cuore. Nello specifico, andando a monitorare questo topic, è possibile capire quale sia il contenuto delle opinioni, quali siano gli attori coinvolti, quali personalità o testate online ne parlino. Tutte queste informazioni consentono di:&nbsp; <ul><li>trarre ispirazione per la stesura di copy e creatività;&nbsp;</li><li>definire il TOV del messaggio da veicolare;</li><li>individuare il proprio pubblico di riferimento.</li></ul>

<h2>3. Prestare attenzione alla soddisfazione del cliente</h2>Partiamo da un dato: secondo un <a rel="noopener noreferrer" href="https://www.hootsuite.com/research/social-trends/commerce" target="_blank" style="color: rgb(17, 85, 204); background-color: transparent;">report</a> realizzato da Hootsuite, il 23% degli utenti di internet ha rivelato di utilizzare le raccomandazioni e i commenti sui social media come fonte primaria di informazione quando cercano un brand o un prodotto. Nel complesso, il peso della search engine e della pubblicità in TV è consistente, ma, con l’avvento di TikTok, si stima che questa percentuale abbia margini di crescita nei prossimi anni.<blockquote>Il social listening dà l’opportunità di estrarre informazioni utili per attività integrate di customer experience, dedicate alla misurazione e al monitoraggio della soddisfazione del cliente. Il bacino di contenuti ai quali attingere è potenzialmente ampio e non riguarda le sole fonti social.</blockquote>Infatti, i brand possono analizzare in parallelo anche i dati provenienti da forum di settore, siti di recensioni e messaggi in entrata sulle app dedicate. Dunque, cosa posso fare con questa mole di dati a disposizione? <ul><li>marketing: ispirazione per contenuti da pubblicare sui touchpoint proprietari (sito, canali social, newsletter) e supporto alle vendite, disegnando strategie incentrate sull’acquisizione di nuovi lead, ad esempio;</li><li>vendite on line: miglioramento dell’esperienza di acquisto sul sito web, nel caso in cui emergano lamentele in merito a bug o difficoltà nei pagamenti;</li><li>vendite in store: sfruttare il fattore phygital, ingaggiando gli utenti che acquistano in negozio (es. invito a raccontare la loro esperienza di acquisto ibrida);</li><li>logistica: mappatura delle critiche inerenti le politiche di consegna e reso.</li></ul> Insomma, il social (e web) listening può trovare spazio all’interno della catena del valore di un’azienda, contribuendo a migliorare l’esperienza di acquisto, l’apprezzamento del prodotto e la soddisfazione dei clienti.

In che modo un brand può definire una strategia efficace di comunicazione digitale? Una delle attività funzionali è quella del social listening, ossia l’analisi dei contenuti spontanei pubblicati sulle diverse piattaforme. Infatti, grazie all’ascolto delle discussioni e delle opinioni in Rete, possiamo carpire il parere e i comportamenti degli utenti online, con l’obiettivo di instaurare un legame autentico tra user e brand.Vediamo insieme quali sono i principali punti dell’attività da tenere in considerazione.1. Conoscere (ed essere riconoscibili) per comunicareUn vantaggio derivante dal social listening riguarda la misurazione dell’awareness del brand. Si tratta di un KPI importante da monitorare per capire l’efficacia e la risonanza del messaggio adottato dalle aziende sui social media.Ma la sola awareness non basta: serve soprattutto conoscere quali sono gli interessi del pubblico al quale mi sto rivolgendo o al quale voglio rivolgermi.Un esempio pratico: il 71% dei consumatori ritiene importante che i brand prendano posizione su questioni sociali (Social Media Trends for 2022 & Beyond). Questo è un dato rilevante ai fini della comunicazione di valori che un’azienda intende rappresentare e portare avanti, per contribuire ad accrescere la riconoscibilità e l’autorevolezza del proprio marchio. Un modo per farlo potrebbe essere quello di intercettare le opinioni degli utenti, in una determinata country, sui temi di Diversity & Inclusion e fare leva sugli aspetti che gli stanno più a cuore.Nello specifico, andando a monitorare questo topic, è possibile capire quale sia il contenuto delle opinioni, quali siano gli attori coinvolti, quali personalità o testate online ne parlino. Tutte queste informazioni consentono di: trarre ispirazione per la stesura di copy e creatività; definire il TOV del messaggio da veicolare;individuare il proprio pubblico di riferimento.2. Monitorare il livello di reputazioneIl social listening permette di misurare l’impatto reputazionale sul brand delle attività di comunicazione portate avanti sui social, ravvisando gradimenti e critiche. Una ricerca di NetBase Quid, basata sull’analisi delle conversazioni online relative all’importanza del fattore sentiment per le decisioni degli utenti, mostra come sia aumentata la considerazione positiva, passando dal 56% registrato nel 2021 al 72% del 2022. Si tratta di un risultato significativo, che conferma quanto sia incisiva la reputazione sul web.Per questo motivo, è sempre più decisivo per i brand comprendere la propria reputazione online, monitorando le opinioni degli utenti, in modo da comprendere cosa sta andando bene (traendo forza dalle evidenze positive) e cosa sta andando male (implementando azioni correttive). Di fatto, i KPI di reputazione rappresentano il termometro della relazione tra il brand e l’utente e/o cliente. Tornando all’esempio di sopra sul tema Diversity & Inclusion, proviamo a fare un esercizio e pensiamo quali spunti editoriali possa fornirci l’analisi reputazionale:individuare e raccogliere eventuali critiche sul tema, che menzionano il brand. In questo modo, ad esempio, il brand potrebbe rispondere direttamente ad esse in sezione del sito / landing page in stile FAQ;mappare i punti di forza e valorizzarli all’interno del racconto, ad esempio, invitando gli utenti a esporsi direttamente in qualità di ambassador del brand, generando così UGC.3. Prestare attenzione alla soddisfazione del clientePartiamo da un dato: secondo un report realizzato da Hootsuite, il 23% degli utenti di internet ha rivelato di utilizzare le raccomandazioni e i commenti sui social media come fonte primaria di informazione quando cercano un brand o un prodotto. Nel complesso, il peso della search engine e della pubblicità in TV è consistente, ma, con l’avvento di TikTok, si stima che questa percentuale abbia margini di crescita nei prossimi anni.Il social listening dà l’opportunità di estrarre informazioni utili per attività integrate di customer experience, dedicate alla misurazione e al monitoraggio della soddisfazione del cliente. Il bacino di contenuti ai quali attingere è potenzialmente ampio e non riguarda le sole fonti social.Infatti, i brand possono analizzare in parallelo anche i dati provenienti da forum di settore, siti di recensioni e messaggi in entrata sulle app dedicate. Dunque, cosa posso fare con questa mole di dati a disposizione?marketing: ispirazione per contenuti da pubblicare sui touchpoint proprietari (sito, canali social, newsletter) e supporto alle vendite, disegnando strategie incentrate sull’acquisizione di nuovi lead, ad esempio;vendite on line: miglioramento dell’esperienza di acquisto sul sito web, nel caso in cui emergano lamentele in merito a bug o difficoltà nei pagamenti;vendite in store: sfruttare il fattore phygital, ingaggiando gli utenti che acquistano in negozio (es. invito a raccontare la loro esperienza di acquisto ibrida);logistica: mappatura delle critiche inerenti le politiche di consegna e reso.Insomma, il social (e web) listening può trovare spazio all’interno della catena del valore di un’azienda, contribuendo a migliorare l’esperienza di acquisto, l’apprezzamento del prodotto e la soddisfazione dei clienti.4. Trovare il creator o l’influencer adatto a veicolare il messaggio del brandAwareness, reputation e customer satisfaction sono 3 KPI utili a valutare quanto un brand sia capace di prendersi “cura di sé” e dei clienti. Ma, il social listening non è soltanto un’attività di misurazione delle performance, è anche un ottimo mezzo per selezionare personalità affini al brand, che possano farsi portavoce del messaggio aziendale. Secondo una ricerca effettuata da Statista (Influencer Marketing in Italy 2022), il 58% degli intervistati - un campione rappresentativo di responsabili marketing che operano in Italia - ha affermato di aver collaborato con influencer e creator allo scopo di raggiungere nuovi segmenti di consumatori, ben prima di migliorare il tasso di engagement (56%).In particolare, il social listening può aiutare a:individuare community, riunite attorno a un hashtag o un tema caratterizzante; fornire una lista di personalità sulla base della magnitudo dei follower (es. nano, micro, mid-level, macro, mega e celebrities); misurare la risonanza e il coinvolgimento dei post degli influencer e creator di interesse.Quindi, influencer e creator come portatori dei valori del brand. Propagation come KPI aggiuntivo da tenere sotto osservazione nell’ambito della strategia di marketing e comunicazione.Conosci il tuo pubblico e scopri cosa dice di te con il social listeningAbbiamo detto a inizio articolo quanto sia importante coltivare la relazione tra brand e utente (nonché cliente o potenzialmente tale). Il social listening ci permette di capire l’interlocutore che abbiamo di fronte, quali sono i suoi interessi, cosa apprezza e cosa no. Sono tutti elementi utili per il brand a veicolare nel modo più diretto il proprio messaggio e, di conseguenza, promuovere se stesso e i propri prodotti.

Social listening: dimmi cosa pensa il tuo pubblico e ti dirò chi sei